La mia lezione nell’ambito della Summer School di Budapest si è incentrata sulla ricerca linguistica ed espressiva della poesia italiana del Novecento, a partire dalla crisi di inizio secolo, dalla messa in crisi del ruolo del poeta da parte dei Crepuscolari, dal sentimento di un difficile rapporto con la tradizione, particolarmente attraverso D’Annunzio. Da questo inizio, il discorso si è poi sviluppato fino a soffermarsi su alcuni maestri della poesia italiana del Novecento, come Attilio Bertolucci, Mario Luzi, Giorgio Caproni, con l’intento di comprendere le diverse possibilità espressive e i diversi mezzi linguistici, metrici, retorici impiegati da questi autori. Da una parte (il Luzi di Nel magma, 1963, e il Bertolucci del romanzo in versi La camera da letto, pubblicato tra 1984 e 1988) si verifica un avvicinamento, sempre calibrato e complesso, della poesia alla ‘prosa’; dall’altra (il Caproni del Seme del piangere, 1959) si mettono a frutto strutture metriche e retoriche offerte dalla tradizione, in modi inevitabilmente nuovi e spiazzanti.
Alla fine di questo discorso, ho proposto la lettura di alcuni miei testi poetici, a partire dal rapporto intrattenuto con la poesia caproniana del Seme del piangere dalla mia raccolta Canzoniere scritto solo per amore (2005), dedicata al padre come quella di Caproni alla madre. Sono infine giunto a leggere due testi inediti in volume, incentrati sulla sperimentazione metrica: si tratta infatti di due quasi-sonetti, due sonetti liberi se si preferisce, in cui ugualmente è ravvisabile un rapporto con la ricerca metrica di Giorgio Caproni. I due testi si riferiscono dal punto di vista tematico a una sorta di ritorno all’origine: parlano infatti del senso di radicamento relativo a una patria ariosa e fantastica, di campi e di mura diroccate, in cui tutto sembra essere accaduto, in cui tutta la storia del mondo è in qualche modo richiamabile per colui che appartiene a quella particolare patria e vicenda e che conosce il mondo attraverso di essa, per la sua cruna d’ago.
Ho percepito durante il discorso una corrente di attenzione e interesse, di curiosità e di partecipazione che mi ha molto impressionato. Avrei voluto continuare il dialogo, seguire i fili del discorso, prolungare l’occasione della conoscenza. Spero che potrà accadere in futuro. Intanto ringrazio di cuore i partecipanti alla scuola estiva, mi complimento con loro per la conoscenza ottima dell’italiano e resto a loro disposizione attraverso il mio contatto mail ([email protected]) per ogni curiosità e per proseguire il colloquio iniziato a Budapest.
Daniele Piccini
Alla fine di questo discorso, ho proposto la lettura di alcuni miei testi poetici, a partire dal rapporto intrattenuto con la poesia caproniana del Seme del piangere dalla mia raccolta Canzoniere scritto solo per amore (2005), dedicata al padre come quella di Caproni alla madre. Sono infine giunto a leggere due testi inediti in volume, incentrati sulla sperimentazione metrica: si tratta infatti di due quasi-sonetti, due sonetti liberi se si preferisce, in cui ugualmente è ravvisabile un rapporto con la ricerca metrica di Giorgio Caproni. I due testi si riferiscono dal punto di vista tematico a una sorta di ritorno all’origine: parlano infatti del senso di radicamento relativo a una patria ariosa e fantastica, di campi e di mura diroccate, in cui tutto sembra essere accaduto, in cui tutta la storia del mondo è in qualche modo richiamabile per colui che appartiene a quella particolare patria e vicenda e che conosce il mondo attraverso di essa, per la sua cruna d’ago.
Ho percepito durante il discorso una corrente di attenzione e interesse, di curiosità e di partecipazione che mi ha molto impressionato. Avrei voluto continuare il dialogo, seguire i fili del discorso, prolungare l’occasione della conoscenza. Spero che potrà accadere in futuro. Intanto ringrazio di cuore i partecipanti alla scuola estiva, mi complimento con loro per la conoscenza ottima dell’italiano e resto a loro disposizione attraverso il mio contatto mail ([email protected]) per ogni curiosità e per proseguire il colloquio iniziato a Budapest.
Daniele Piccini
Quanto alle impressioni, ne parlavo con Daniele tornando a Milano. Innanzitutto sono stato felice di conoscere un mondo per me ignoto, parole, lingue, strade, case, volti, insomma tutto quello che e' stato il fine settimana dentro una capitale della Mitteleuropa. E poi ho capito la giovinezza del vostro popolo, l'entusiasmo, la voglia di affrontare i problemi e il grande affetto per l'Italia. Sono aspetti che di solito noi non consideriamo o consideriamo parzialmente, invece sono il segreto che ci ha avvicinati. Sono felice di esserci venuto, felice di avervi conosciuto e di essere stato insieme a voi anche se per un breve tempo.
Ti ringrazio per la tua ospitalita e la gentilezza, come ringrazio tutti gli altri, Norbert, Jasper e le ragazze del corso, cosi affezionate.
Un abbraccio e a rivederci, dunque.
Giuseppe Lupo
Ti ringrazio per la tua ospitalita e la gentilezza, come ringrazio tutti gli altri, Norbert, Jasper e le ragazze del corso, cosi affezionate.
Un abbraccio e a rivederci, dunque.
Giuseppe Lupo
Pensieri, suggerimenti ed impressioni relativi agli argomenti discussi alle lezioni della Summer
La Summer si è svolta nell’ ottavo distretto. L’ottavo distretto è molto importante nella mia vita perchè il primo mio appartamento proprio si trovava nell’ottavo distretto ma nell’altra parte del distretto, vicino al mercato coperto. Insegnavo l’italiano ai bambini Rom per due anni che era un periodo molto bello della mia vita. Fino ad oggi Józsefvàros possiede un gemellaggio con un paesino italiano. Sono cresciuta nel dodicesimo distretto così l’atmosfera, i palazzi vecchi qualche volta ridotti, la gente, i fenomeni, gli odori ed i rumori di questa zona sono rimasti indimenticabili per me. Nel corso di tre anni trascorsi qui sono cambiata ed ho capito molte cose, sono diventata più matura. Sono molto grata a questo periodo della mia vita perchè ho scoperto altre sfumature della vita.
Adesso abito nella periferia della città ma ritorno spesso lì a fare un giro, guardare i portoni, le piazze, il clima dei palazzi. Lo facevo anche durante la settimana della Summer, cercavo di scoprire nuovi itinerari per raggiungere la sede della scuola. Tutta quella zona mi piace molto, è piena di elementi da ammirare, guardare, scoprire, mi trovavo come se io fossi una turista. Ritengo che in qualsiasi momento possiamo diventare turisti, basta trovare lo stato d’animo adatto dentro di noi stessi, vuol dire trovare la curiosità. Non intendo dire la curiosità di informazioni, dati ma la curiosità di esperinze nuove.
Durante la Summer mi chiedevo spesso come mai che ogni mattina quasi tutti i partecipanti erano presenti? Nessuno ha raggiunto la percentuale concessa dell’assenza. Faceva caldissimo, 40-42 gradi, ci siamo rallentati……, volevamo sopravivere al caldo, ottenere la solita acqua minerale………..trovare un rifugio, stare all’ombra ed ascoltare i nostri docenti. Ascoltando l’italiano, la melodia della lingua, i vari temi qualche volta anche sofisticati, prendendo gli appunti, seguendo i discorsi, i gesti dei docenti, il problema del caldo sembrava lontano insieme alle altre cose quotidiane, delle difficoltà…..
Volevo solo ascoltare, stare in silenzio, stare attenta ai discorsi………siccome sono professoressa d’italiano, parlo moltissimo. Volevo conoscere dei ragionamenti, pensieri, riflessioni ed osservazioni relativi alla vita, l’italiano…….il cambiamento della lingua. Ero curiosa, aspettavo…….ed ero molto grata a poter partecipare alle lezioni, salire sulle scale ogni mattina di un edificio vecchio e stupendo. Nello stesso tempo mi vergognavo un po’ perchè „il regalo” sembrava troppo grande e bello, anzi col passare il tempo sempre più grande….
Ne conservo molti ricordi.
Scegliere tra il bene ed il male. Elemento fondamentale. A quel punto la lezione dell’analisi del corpus di Dante sembrava una lezione di filosofia. Perchè emerge anche le domande: Che cosa è il bene? Cosa vuol dire il male? Quali sono i criteri secondo i quali qualcuno sceglie tra il bene ed il male? Bisogna scegliere e non seguire sempre gli altri. Quali sono i fattori che influiscono sulla scelta di qualcuno? In base a che cosa prendiamo le nostre decisioni?
Quest’anno ho terminato i miei studi della formazione mentor presso l’Università ELTE. La formazione è durata 2 anni. Nell’ultimo semestre consultando con un docente ho capito un mio difetto: giudico con facilità, esprimo il mio giudizio relativo ad un’altra persona in maniera troppo improvvisa. È vero, è così. Cerco di non continuare questo mio vizio, ci sto attenta.
Dobbiamo rispettare il percorso di un’altra persona, ognuno di noi ha il percorso proprio.
Proprio per questo la scelta di un altro essere umano, non è la mia scelta, magari secondo me è una decisione sbagliata. Devo rispettare il suo ragionamento siccome non conosco, non posso conoscere, percepire fino in fondo il suo percorso. Posso solamente capire ed accettare alcuni elementi, motivi del suo ragionamento.
Vorrei citare una frase dai miei appunti: „…..la nostra pace è adeguarsi alla volontà di Dio.”
Devo confessare che fino alla Summer La Divina Commedia per me significava soltanto una parte obbligatoria della lettura italiana. Avevo frequentato il corso serale all’università così a causa della mancanza del tempo, abbiamo ripassato molto velocemente l’opera di Dante. Non avevo nessuna sensazione, sentimento ed esperienza relativi all’opera. Ne conoscevo la struttura, alcuni personaggi famosi ed il contenuto della Commedia. Ormai ne ho un’esperienza, anzi mi interessa quest’opera.
Durante la lezione del Professor Mátyus Norbert mi ha colpito l’idea del mistero dell’incarnazione. Dio si è fatto l’uomo. L’uomo è fatto all’immagine di Dio. Cosa significa questo? Naturalmente esistono diverse interpretazioni. Anche l’uomo è capace di creare. È in grado di fare, realizzare qualcosa. Con l’aiuto di Dio. Chiedendo aiuto a Dio. È anche la creatura è Dio. Carissimo Professore, non mi sono impazzita /ancora/………cerco di spiegare meglio. Penso che anche la fase, lo stato d’animo del creare siano Dio. Quando veramente si crea qualcosa allora ci si stacca dal mondo…….creare un’opera, qualsiasi opera vuol dire una fase di gioia, magari anche un conflitto, uno sforzo interiore, spirituale……e alla fine il risultato, l’opera rispecchiano Dio. Qualsiasi nostra azione può rispecchiare Dio nel mondo.
All’Istituto Italiano di Cultura per l’Ungheria abbiamo visto due film molto belli e commoventi che riguardano l’argomento dell’amore. Frequento il corso cinematografico di Michele Sità con regolarità il martedì. Non vedo l’ora di vedere un film il martedì. Mi piacciono molto i suoi discorsi, le spiegazioni e le sue osservazioni riguardanti i film.Purtroppo ormai a casa mia non posso guardare la RAI siccome non sono più abbonata a UPC per vari motivi. Forse per questo non vorrei mai perdere i suoi interventi quando ci fa conoscere alcuni elementi importanti dei film senza raccontare tutta la trama del film. Qualche volta prendo in prestito anche dei dvd nella biblioteca dell’Istituto. Io devo ascoltare l’italiano, questo è un mio desiderio, una delle mie esigenze non solamente professionale ma anche personale…..mi manca l’italiano. Ne ho bisogno.
Tra i due film che veramente sono diversi nelle loro somiglianze, mi ha colpito di più il secondo intitolato Dieci inverni. Quel film mi ha dato tantissimo, mi ha toccato. Il film è ambientato a Venezia….che è una città dove bisogna ritornare più volte nella vita. Mi è piaciuto il sottofondo malinconico di questo film, l’andare e il venire di queste due persone, due anime, le diverse fasi della loro vita………Ma anche se non badassimo alla trama del film ma guardassimo solamente le foto, delle immagimi della storia ascoltando la musica, ci basterebbe o rimarrebbe un’esperienza bella, sconvolgente……
Negli ultimi tempi c’è un’idea nella mia vita su cui rifletto………stare insieme nel bene e nel male.
Vorrei terminare la mia tesi con un pensiero che ho preso dal discorso cinematografico: „………dedicarci alle cose che hanno un valore….”
Bieder-Elek Nóra
La Summer si è svolta nell’ ottavo distretto. L’ottavo distretto è molto importante nella mia vita perchè il primo mio appartamento proprio si trovava nell’ottavo distretto ma nell’altra parte del distretto, vicino al mercato coperto. Insegnavo l’italiano ai bambini Rom per due anni che era un periodo molto bello della mia vita. Fino ad oggi Józsefvàros possiede un gemellaggio con un paesino italiano. Sono cresciuta nel dodicesimo distretto così l’atmosfera, i palazzi vecchi qualche volta ridotti, la gente, i fenomeni, gli odori ed i rumori di questa zona sono rimasti indimenticabili per me. Nel corso di tre anni trascorsi qui sono cambiata ed ho capito molte cose, sono diventata più matura. Sono molto grata a questo periodo della mia vita perchè ho scoperto altre sfumature della vita.
Adesso abito nella periferia della città ma ritorno spesso lì a fare un giro, guardare i portoni, le piazze, il clima dei palazzi. Lo facevo anche durante la settimana della Summer, cercavo di scoprire nuovi itinerari per raggiungere la sede della scuola. Tutta quella zona mi piace molto, è piena di elementi da ammirare, guardare, scoprire, mi trovavo come se io fossi una turista. Ritengo che in qualsiasi momento possiamo diventare turisti, basta trovare lo stato d’animo adatto dentro di noi stessi, vuol dire trovare la curiosità. Non intendo dire la curiosità di informazioni, dati ma la curiosità di esperinze nuove.
Durante la Summer mi chiedevo spesso come mai che ogni mattina quasi tutti i partecipanti erano presenti? Nessuno ha raggiunto la percentuale concessa dell’assenza. Faceva caldissimo, 40-42 gradi, ci siamo rallentati……, volevamo sopravivere al caldo, ottenere la solita acqua minerale………..trovare un rifugio, stare all’ombra ed ascoltare i nostri docenti. Ascoltando l’italiano, la melodia della lingua, i vari temi qualche volta anche sofisticati, prendendo gli appunti, seguendo i discorsi, i gesti dei docenti, il problema del caldo sembrava lontano insieme alle altre cose quotidiane, delle difficoltà…..
Volevo solo ascoltare, stare in silenzio, stare attenta ai discorsi………siccome sono professoressa d’italiano, parlo moltissimo. Volevo conoscere dei ragionamenti, pensieri, riflessioni ed osservazioni relativi alla vita, l’italiano…….il cambiamento della lingua. Ero curiosa, aspettavo…….ed ero molto grata a poter partecipare alle lezioni, salire sulle scale ogni mattina di un edificio vecchio e stupendo. Nello stesso tempo mi vergognavo un po’ perchè „il regalo” sembrava troppo grande e bello, anzi col passare il tempo sempre più grande….
Ne conservo molti ricordi.
Scegliere tra il bene ed il male. Elemento fondamentale. A quel punto la lezione dell’analisi del corpus di Dante sembrava una lezione di filosofia. Perchè emerge anche le domande: Che cosa è il bene? Cosa vuol dire il male? Quali sono i criteri secondo i quali qualcuno sceglie tra il bene ed il male? Bisogna scegliere e non seguire sempre gli altri. Quali sono i fattori che influiscono sulla scelta di qualcuno? In base a che cosa prendiamo le nostre decisioni?
Quest’anno ho terminato i miei studi della formazione mentor presso l’Università ELTE. La formazione è durata 2 anni. Nell’ultimo semestre consultando con un docente ho capito un mio difetto: giudico con facilità, esprimo il mio giudizio relativo ad un’altra persona in maniera troppo improvvisa. È vero, è così. Cerco di non continuare questo mio vizio, ci sto attenta.
Dobbiamo rispettare il percorso di un’altra persona, ognuno di noi ha il percorso proprio.
Proprio per questo la scelta di un altro essere umano, non è la mia scelta, magari secondo me è una decisione sbagliata. Devo rispettare il suo ragionamento siccome non conosco, non posso conoscere, percepire fino in fondo il suo percorso. Posso solamente capire ed accettare alcuni elementi, motivi del suo ragionamento.
Vorrei citare una frase dai miei appunti: „…..la nostra pace è adeguarsi alla volontà di Dio.”
Devo confessare che fino alla Summer La Divina Commedia per me significava soltanto una parte obbligatoria della lettura italiana. Avevo frequentato il corso serale all’università così a causa della mancanza del tempo, abbiamo ripassato molto velocemente l’opera di Dante. Non avevo nessuna sensazione, sentimento ed esperienza relativi all’opera. Ne conoscevo la struttura, alcuni personaggi famosi ed il contenuto della Commedia. Ormai ne ho un’esperienza, anzi mi interessa quest’opera.
Durante la lezione del Professor Mátyus Norbert mi ha colpito l’idea del mistero dell’incarnazione. Dio si è fatto l’uomo. L’uomo è fatto all’immagine di Dio. Cosa significa questo? Naturalmente esistono diverse interpretazioni. Anche l’uomo è capace di creare. È in grado di fare, realizzare qualcosa. Con l’aiuto di Dio. Chiedendo aiuto a Dio. È anche la creatura è Dio. Carissimo Professore, non mi sono impazzita /ancora/………cerco di spiegare meglio. Penso che anche la fase, lo stato d’animo del creare siano Dio. Quando veramente si crea qualcosa allora ci si stacca dal mondo…….creare un’opera, qualsiasi opera vuol dire una fase di gioia, magari anche un conflitto, uno sforzo interiore, spirituale……e alla fine il risultato, l’opera rispecchiano Dio. Qualsiasi nostra azione può rispecchiare Dio nel mondo.
All’Istituto Italiano di Cultura per l’Ungheria abbiamo visto due film molto belli e commoventi che riguardano l’argomento dell’amore. Frequento il corso cinematografico di Michele Sità con regolarità il martedì. Non vedo l’ora di vedere un film il martedì. Mi piacciono molto i suoi discorsi, le spiegazioni e le sue osservazioni riguardanti i film.Purtroppo ormai a casa mia non posso guardare la RAI siccome non sono più abbonata a UPC per vari motivi. Forse per questo non vorrei mai perdere i suoi interventi quando ci fa conoscere alcuni elementi importanti dei film senza raccontare tutta la trama del film. Qualche volta prendo in prestito anche dei dvd nella biblioteca dell’Istituto. Io devo ascoltare l’italiano, questo è un mio desiderio, una delle mie esigenze non solamente professionale ma anche personale…..mi manca l’italiano. Ne ho bisogno.
Tra i due film che veramente sono diversi nelle loro somiglianze, mi ha colpito di più il secondo intitolato Dieci inverni. Quel film mi ha dato tantissimo, mi ha toccato. Il film è ambientato a Venezia….che è una città dove bisogna ritornare più volte nella vita. Mi è piaciuto il sottofondo malinconico di questo film, l’andare e il venire di queste due persone, due anime, le diverse fasi della loro vita………Ma anche se non badassimo alla trama del film ma guardassimo solamente le foto, delle immagimi della storia ascoltando la musica, ci basterebbe o rimarrebbe un’esperienza bella, sconvolgente……
Negli ultimi tempi c’è un’idea nella mia vita su cui rifletto………stare insieme nel bene e nel male.
Vorrei terminare la mia tesi con un pensiero che ho preso dal discorso cinematografico: „………dedicarci alle cose che hanno un valore….”
Bieder-Elek Nóra